Lettera aperta dei docenti del Righi sull'occupazione
Per riflettere insieme... I docenti del Liceo Scientifico Righi esprimono sconcerto, delusione e preoccupazione per quanto è accaduto nel Liceo. Fino alla mattina di mercoledì 24 febbraio molti insegnanti sono intervenuti nelle proprie classi invitando alla riflessione sull’opportunità, in questo complesso momento storico, di adottare una forma di protesta illegale, violenta e pericolosa come l’occupazione della scuola. La scuola, tuttavia, è stata occupata nel pomeriggio dello stesso giorno con modalità anche aggressive. Ciò in primis suscita indignazione e vanifica gli sforzi che tutti, dirigenza, docenti e personale, hanno profuso per garantire il dialogo, il confronto e la relazione didattica, prima a distanza, durante il lockdown, e poi anche in presenza, dall’inizio di quest’anno. Si sottolinea inoltre lo sforzo economico di dotare l’Istituto delle infrastrutture informatiche per consentire a tutti, anche a chi è a casa in quarantena, di seguire le attività didattiche. I contenuti della protesta, che peraltro non sono stati esplicitati all’atto dell’occupazione, risultano, per quello che se ne è ricavato dalla lettura dei giornali, generici, pretestuosi e incoerenti con le recenti manifestazioni studentesche finalizzate a richiedere il ritorno alla didattica in presenza e in sicurezza. Al contrario, la conseguenza di questo atto sarà, ora che l’occupazione si è conclusa, un periodo di didattica a distanza per tutta la scuola. Si auspica l'esplicitazione scritta dei motivi che hanno spinto una piccola parte degli studenti ad occupare la scuola. La delusione nasce anche dalla constatazione che alcuni genitori non sembrano essere stati pienamente consapevoli della gravità e dei rischi di un’azione di tal genere, in particolare nel pieno di una pandemia. Ci si augura che la preoccupazione e il dispiacere provati da molti altri genitori trovino voce, in futuro, pubblicamente, per rafforzare quella collaborazione tra comunità scolastica e famiglie che è presupposto fondamentale per un’azione educativa efficace. La preoccupazione riguarda sia il piano sanitario che quello civico. La presenza non controllata di studenti, in gran parte minorenni, in un luogo chiuso può aver aggravato una situazione già delicata e il rischio di diffusione del contagio, proprio quando a livello nazionale si discute se rendere ancora più rigorose le misure restrittive già in vigore. Si prende atto che la comunità scolastica è stata lasciata sola nella gestione dell'occupazione, senza essere sostenuta dalle istituzioni. Il fatto poi che un esiguo gruppo di studenti abbia imposto alla totalità della popolazione scolastica l’interruzione illegale del diritto allo studio e al lavoro, nel momento in cui questi sono diventati così preziosi, fa riflettere sulla mancanza di senso civico e sull’inconsapevolezza della situazione generale. |