Le virtù intellettuali come tetrafarmaco per una scuola più inclusiva
AGLI STUDENTI
Carissimi,
sapersi raccontare attraverso il mondo significa spalancare gli occhi alle possibilità che ci offre l’incontro con gli altri e con l’Alterità in generale, oltrepassando i confini geografici e geopolitici, ma anche e soprattutto i confini emotivi che talvolta sono di ostacolo alla crescita armoniosa delle persone e della comunicazione.
Questo anche per merito delle famiglie che hanno accompagnato il percorso dei nostri studenti in questi anni, con attenzione, dedizione e cura. Chiedo ai genitori di rimanere accanto agli insegnanti, cooperando al delicato processo formativo delle menti e delle sensibilità dei nostri studenti. Chiedo agli insegnanti di essere sempre più coscienti del loro alto compito, e di crescere sempre più nella capacità di ascolto e di comprensione dei nostri studenti e delle loro famiglie, perché un Liceo esiste come tale - nell’idea filosofica che ne è alla base, sin dalla sua prima declinazione storica - solo nel dialogo continuo e proficuo tra i suoi studenti e i suoi docenti.
Propongo un antidoto a questa tendenza, un Tetrafarmaco che può essere descritto sinteticamente così: riscoprire la curiosità, la meraviglia, la gentilezza, la capacità di ascoltare gli altri, virtù eccelse che ci rendono persone veramente umane. Tali virtù intellettuali ritengo siano da coltivare continuamente e in tutte le età della vita, nelle diverse occasioni di incontro: in classe, nei gruppi di amici e in famiglia.
Questo approccio metodologico, i cui frutti già si intuiscono, ma potrebbero risplendere sempre più nei nostri studenti e nei nostri docenti, consentirà di creare contesti relazionali profondi, veri ed emotivamente proficui tra persone che assurgono a ruolo di interlocutori credibili dai loro pari, studenti e docenti insieme.
Con queste brevi suggestioni auguro a tutti noi un anno scolastico ricco di frutti intellettuali e umani, di incontri profondi e veri.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
prof. Giovanni COGLIANDRO